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SCULTURA LIGNEA ED IN AVORIO

ritratto Ungaretti Il legno, come la pietra, è rigido e non può essere plasmato ma solo intagliato.
E' un materiale con alcuni limiti che hanno relegato la scultura in legno nel gruppo delle arti minori.
Il limite più evidente è dato dalla misura del tronco che, per sculture molto grandi, obbliga l'artista ad eseguire più pezzi distinti che poi vanno assemblati. Un altro aspetto negativo del legno è dato dalla presenza di fasci, nodi e difetti naturali che obbligano a mimetizzarli con rivestimenti vari, tipo cere, applicazioni metalliche o di pietre preziose, tessuti e lacche.
Nell'arte contemporanea invece questi "difetti" vengono usati per valorizzare l'opera integrandoli al lavoro dello scultore. Un'altra cosa da tenere presente è che il legno è facilmente attaccabile dai tarli e dalle muffe ed è sensibile agli sbalzi di temperatura e umidità che provocano spaccature o rigonfiamenti.
I legni più usati per la scultura sono quelli a media durezza, che sono più resistenti all'attacco degli insetti e meno sensibili alle variazioni climatiche. Tra quelli più diffusi troviamo il noce, il cipresso, la quercia, il tiglio e il pero.


Nell'immagine a fianco: Pericle Fazzini- Ritratto di Giuseppe Ungaretti- 1936 Roma- Galleria Nazionale D'Arte Moderna.
Come si può vedere, nelle opere moderne, il legno non viene più dipinto ma è lasciato allo stato naturale e anche le sue caratteristiche naturali sono sfruttate come elementi espressivi dell'opera.
In questa si vede una spaccatura che taglia il volto,in questo caso è stata provocata ad arte e "aggiustata" con un tassello. Altro particolare della scultura è che non è stata eseguita finitura e in alcuni punti si vedono i solchi lasciati dalle sgorbie.
cattedra in avorio
L'avorio è una delle sostanze più utilizzate per la creazione di oggetti intagliati, bianco e prezioso rappresenta in ogni epoca uno dei più affascinanti materiali per la scultura e l'oreficeria.
Il suo utilizzo spazia in ogni parte del mondo,Africa, India, Cina e Giappone, senza dimenticare le produzioni eschimesi.
Anche nell'antichità questo materiale si ritrovava nelle sculture e nei gioielli di egizi, fenici, etruschi e romani.
In genere le sculture sono di piccole dimensioni ma fonti storiche ci hanno tramandato l'esistenza di grandi sculture in oro e avorio, eseguite dagli scultori greci Fidia e Scopas.
E' un materiale facile da intagliare e la sua limitazione è data dalla lunghezza delle zanne.
Nell'immagine a fianco possiamo vedere un'opera in avorio di grandi dimensioni.
Si tratta della cattedra del vescovo Massimiano, eseguita da una bottega bizantina nel 550 circa; la possiamo ammirare a Ravenna nel Museo Arcivescovile.
Nell'arte bizantina l'avorio è spesso usato per la preparazione di oggetti religiosi e bassorilievi. Questa cattedra ha una struttura interna in legno, sulla quale sono state applicate le placche d'avorio intagliato.
Per ottenere superfici piane, le zanne vengono sezionate per la lunghezza e rese morbide mediante immersione in una soluzione di aceto e olio di mandorla. L'avorio assorbe questo composto e diventa più facile da lavorare.



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