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SFILATA CARRI CARNEVALE DI CANTU' 2018

pagliacci

A Cantù si festeggia il Carnevale Ambrosiano, quello della Diocesi di Milano, che continua anche quando secondo il Rito Romano è ormai Quaresima.
Il Carnevale di Cantù è ancora oggi tra i più solidi e partecipati della provincia, per cui vi giungono maschere e spettatori anche dal milanese e dalla Svizzera, oltre che dai comuni limitrofi.
La tradizione del Carnevale a Cantù è da circa 30 anni che viene riproposta, puntualmente, con una sfilata di maschere e carri allegorici.

La preparazione dei carri richiede un lungo lavoro, che necessita anche di competenze diverse, ma soprattutto di assoluta segretezza per non rovinare la sorpresa del debutto e non favorire la concorrenza. E’ in questo clima che viene ideato, progettato, eseguito, assemblato e collaudato un carro. E’ nel segreto di un capannone che un intruglio di carta e colla diventa con il sostegno di un po’ di legno e di ferro, un’opera dell’ingegno e della
fantasia pronta a regalare un miracolo di colori e ad eseguire una serie di sberleffi nei confronti della politica, degli affari e delle falsità della convivenza civile.

I gruppi che preparano i carri e sfilano sono 7:

Gli amici di Fecchio
Baloss
Bentransema
Buscait
Il coriandolo
La maschera
Lisandrin

Tutti questi gruppi formano l'Associazione Carnevale Canturino.
Ogni anno i gruppi storici di soci presentano i loro progetti di carri che vengono approvati dal Consiglio e poi realizzati durante i mesi autunnali e invernali. Ci sono poi numerosi soci non impegnati nella costruzione dei carri ma che condividono le finalità dell’Associazione e si impegnano nei vari momenti dell’attività: realizzazione sfilate, preparazione manifestazioni, convegni, ecc.

La maschera ufficiale del Carnevale di Cantù : Truciolo.Truciolo



Le maschere regionali di Carnevale hanno origini che risalgono alla Commedia dell’Arte con il preciso scopo di rivelare vizi e difetti degli abitanti delle varie regioni. Come Napoli ha Pulcinella, Venezia ha Pantalone, così anche Cantù ha la propria maschera per simboleggiare l’intera città e il suo Carnevale: Truciolo.

Truciolo non poteva che essere un garzone, un garzone di bottega per la precisione, perché a Cantù tutti hanno avuto un papà, un fratello o uno zio falegname. Come ogni maschera che si rispetti, combina un guaio dietro l’altro, è un po’ maldestro e nella sua bottega non ci si annoia mai.
Ma la parola truciolo indica anche il residuo di legno che si ottiene durante la lavorazione. È uno scarto, una cosa piccola, semplice, povera, ma non inutile: i trucioli non vanno dispersi ma raccolti per poter essere riutilizzati, per dar loro una nuova vita, una nuova forma. Dietro a uno spirito così burlesco e rude Truciolo nasconde infatti un animo nobile, un cuore genuino, pronto a difendere i valori tradizionali di questa terra e a condividere, con chiunque lo volesse, la gioia e l’allegria che caratterizzano il Carnevale canturino.

Scoprite le immagini nell'album che ho creato cliccando su Truciolo.



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