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FINALMENTE VACANZE: ricordi di un'estate.

Per quest'anno non cambiare, stessa spiaggia, stesso mare...
Giugno è ormai quasi alla fine, è giunta l'ora: stiamo per partire per il mare!
Dopo quasi 9 mesi di scuola e di vita cittadina potrò fra poco correre sulla sabbia.Le valigie sono state già spedite da una settimana, quando arriveremo le troveremo già là senza doverle scarrozzare sul treno.
La comitiva comprende: la sottoscritta, la mamma, un'amica di famiglia e suo figlio che è il mio socio d'avventure marine di tutte le mie estati di bambina.
Si preparano panini, frutta e beveraggi che saranno il nostro ristoro durante il viaggio e finalmente si va verso la stazione: l'avventura è iniziata, destinazione Costa Adriatica.
Durante il viaggio si legge, si mangia, si litiga, si dorme, si piange, si prendono sberle, insomma ci vogliono parecchie ore e cambi di treno per arrivare, non come ora che in meno di 4 ore d'auto si è in spiaggia.
Partiti all'alba si è in albergo nel tardo pomeriggio, le mamme al recupero valigie e noi in perlustrazione per adocchiare i nuovi giocattoli in vendita e che dopo un continuo stillicidio tipo lavaggio del cervello ci saremmo fatti comprare: 2 retini per i granchi, 2 confezioni di secchielli, palette, formine, macchina per fare i mattoni, setaccio, aquilone, 2 materassini, 2 giochini dell'anno ( esempio :Hully gully o Hula Hop) insomma tutto doppio ma rigorosamente di colore diverso perchè se uno dei due avesse rotto qualcosa che si capisse bene di chi era la roba rotta.
Però niente spiaggia visto che non abbiamo neppure i costumi, oggi è andata così ma domani....
Primo giorno di mare solita storia tutti gli anni: il mio amico, che chiamerò Gianni per rispetto alla privacy,
non vuole assolutamente levarsi la maglietta e le calze. Passi per la maglietta, poverino ha pure la pelle chiara, ma ve lo immaginate uno che corre sulla sabbia con le calze bianche? Cose da non credere! Eppure pur prendendo sberloni si rifiuta categoricamente di togliersele.
Sua mamma è fuori dalla grazia di Dio e gliene dice di tutti i colori ma lui impassibile si tiene le sue calze.
Questa storia va avanti per qualche giorno poi finalmente si deciderà a toglierle insieme alla maglietta.
Meno male , ora ho un compagno di giochi " normale".
Devo fare una premessa: una volta si andava al mare per 3 settimane e quindi ce n'erano di cose da fare in quel lasso di tempo, da parte mia era l'unico periodo in cui mi scatenavo per cui vi potete immaginare come aspettassi questo momento con trepidazione.
In albergo più o meno nel giro di qualche giorno arrivavano i nostri amici degli anni precedenti perchè tutti aspettavano la fine delle scuole per partire e questi sarebbero stati i nostri compagni d'avventure dei prossimi 20 giorni.Immancabilmente c'era sempre quello più grande e scatenato che non raccoglieva l'approvazione delle nostre mamme ma nonostante i mugugni, non potevano proibirci di giocare con lui.
Uno dei giochi che ricordo era avvolgersi nei teli mare, che allora non erano esili parei impalpabili, ma spugna molto pesante ed erano pure di dimensione "matrimoniale", e correre sulla sabbia tipo Nembo Kid per delle ore. A pensarci adesso mi chiedo come ho potuto non morire dal caldo avvolta in quei materassi, però il cervello un po' lesso mi è rimasto.
Verso le 10,30 si iniziava a " rompere" per entrare in acqua, ma niente da fare: il bagno si fa alle 11!
E quando arrivano le 11? Quando inizia Publivox! Altra doverosa precisazione per i più giovani che non sanno cos'è il Publivox. Era un programma trasmesso dalla locale agenzia del turismo che, tramite altoparlanti sistemati sulla spiaggia, ci inondava di musica ad alto volume: A... A...bronzatissima! Siaaamo i watuuussi...e se prima eravamo in due a ballare l'Hully Gully....( e fin qui ok) e di messaggi pubblicitari dei vari negozi e ristoranti del luogo. C'era anche la parentesi "tanti auguri a te" dove amici e parenti, previa notifica agli annunciatori, facevano gli auguri per ogni occasione ed io ho sempre ricevuto i miei di compleanno e onomastico tramite il Publivox. Devo dire che oltre gli auguri trovavo sempre sul tavolo da pranzo anche un mazzo di gladioli ( chissà perchè sempre gladioli?) oltre i regali di rito e la festa del mio compleanno in quegli anni era veramente una festa per me. Oltre a trasmettere pubblicità e musica, il Publivox era anche un servizio " Bambini smarriti o trovati" infatti quasi ogni canzone era interrotta dall'annuncio: " E' stato ritrovato un bambino nella zona del bagno Delio, indossa un costumino a righe, pare di nazionalità tedesca e non dice il proprio nome." Poi magari si scopriva che il bimbetto era effettivamente ospite del bagno Delio e la sua mamma prendeva il sole alle spalle del bagnino.
Ma torniamo alle ore 11. Ta ta ta da daaaa: Publivox: via in acqua! Non prima di essermi messa la cuffia sui capelli e di aver lottato per farceli stare.Ho notato proprio quest'anno al mare: nessuno mette più la cuffia, a quei tempi vedevi il mare costellato di tante palle colorate piene di fiori di plastica o tipo parrucca da clown, adesso si entra coi capelli al vento, non gliene importa più a nessuno di bagnarli.
Costume fatto a ferri dalla nonna, di lana: avete mai provato a fare il bagno con un maglione addosso?
Uguale! Dopo un'ora era talmente inzuppato d'acqua che penso pesasse 6 o 7 chili, le bretelle continuavano a scendere ed era una battaglia continua tirarle su, strizzare un po' il fondo per fargli perdere acqua, camminando poi era talmente pesante che quando arrivavi a riva l'avevi quasi perso per strada, ma cosa ci volete fare? eravamo più o meno tutti nelle stesse condizioni (ridicole) altro che "Lycra".
Corsa pazza con 2 materassini, 2 salvagenti, 2 paia di pinne, spruzzando acqua sulle povere vecchiette che stavano a mollo a riva, ma che cavolo allora stiano sulla sdraio che non le bagna nessuno.
In teoria avevamo il permesso di rimanere a mollo finchè i polpastrelli "facevano le pieghe" ma dopo un'ora noi eravamo ancora là , i polpastrelli a momenti erano cotti. Visto che di uscire dal mare proprio non ci passava neppure per l'anticamera del cervello, le due mamme ad un certo punto pensavano bene che era ora di recuperare la prole. Noi, furbi, le vedevamo arrivare a riva e subito : Eccole là, girati, non fare vedere che le hai viste! Dalla riva arrivavano i richiami delle sirene: Paaaaaamm, Gianniiiiiii. Macchè, avete presente due sordi? Noi di più. In più noi sapevamo che oltre la caviglia non sarebbero entrate e quindi avevamo il coltello dalla parte del manico.
Dopo un buon 20 minuti di concerto facevamo finalmente finta di averle viste: Helllòòòòò, arriviamo!
Si, quando? Iniziavamo il lento cammino a zig zag verso la riva e d'accordo che sull'Adriatico le spiagge sono larghe ma noi per fare 100 metri ci impiegavamo altri 20 minuti buoni.
Appena giunti a tiro, sberlotto sulla testa e via andare a cambiarsi: questo tutti i giorni per 21 giorni.Oh yes!
Ora di corsa al bar della spiaggia , ogni anno c'era qualche nuova bibita o gelato, mi ricordo il "blugin" praticamente era ginger. Uno per uno, con la cannuccia (una rossa e una blu) e prima di iniziare a bere si avvicinano le bottiglie per vedere se una delle due è più piena. Sgrunt, non sia mai detto!
Siamo arrivati a mezzogiorno ed è ora di pranzo: Gianni è come una locusta, spazzola tutto il pane che c'è nel cestino, si mangia la pasta della mamma e anche metà del suo secondo, beve due bottiglie d'acqua: cavolo, è in crescita cosa ci volete fare?
Pomeriggio, non mi dilungo con le descrizioni perchè più o meno è la replica della mattina, solo l'ora del bagno si sposta alle 17. ( meno male non alle 23, che non ci sia qualche regola che prevede il bagno solo quando l'orologio è in quella posizione) L'uscita dall'acqua nel pomeriggio avveniva fulminea e senza richiami perchè vedevamo spuntare all'orizzonte "Giacomo Giacomo l'amico dei bambini" che col suo sombrero con appesi fiori di tutti i tipi e la sua tenuta candida, trascinava il suo carretto pieno di cose meravigliose: frutta caramellata, bomboloni e cocco. Di solito si prendeva la frutta caramellata: uno spiedino con infilzate 3 prugne rosse o un misto di frutta e bisognava stare molto attenti a mangiare il croccante senza farlo cadere nella sabbia, cosa che non sempre riusciva, anzi a volte cadeva pure la frutta e addio merenda.
Dopo cena, non ci sono ancora le sale giochi, si sta tutti sui dondoli, oppure si gioca a carte, oppure si fa un'escursione in spiaggia nel buio assoluto col rischio di tirare una pedata a quei blocchi di cemento armato che tengono ferme le tende da sole ( eh si, gli ombrelloni hanno ancora da venire).
La giornata bene o male è passata, ora si va nanna che domani ricomincia l'avventura e dobbiamo essere in perfetta forma.
Una cosa che mi ricordo ancora benissimo sono gli occhiali di Gianni: non li ho mai visti integri.
Una volta per una sberla schivata per un pelo, un'altra perchè cadevano giocando, sembravano sempre pronti per la pattumiera : lenti rotte, stanghette tenute insieme col cerotto ( avete letto bene: cerotto telato), una parte rivolta verso l'alto e l'altra verso il basso con varianti di parabole a destra e sinistra.
Erano comunque dei pezzi unici assolutamente originali molto meglio delle banalità firmate che sarebbero uscite negli anni a venire.
Alla fine della vacanza parevo un'africana tanto ero nera ( un anno avevo un vestito marrone e sembravo la bambina mimetica: da capo a piedi ero lo stesso colore) e le mie vacanze erano state meravigliose, avevo fatto il pieno per i prossimi mesi cittadini. Per qualche anno mi sono pure portata a casa una bottiglietta di acqua di mare, un sacchetto di sabbia, qualche conchiglia, sugheri di rete che poi sistemavo in una scatola, ogni tanto l'aprivo e guardavo il mio amato mare che avrei rivisto in tutto il suo splendore solo l'anno dopo insieme al mio amico Gianni.

p & g sul pattino

P & G sul pattino.(Notare il cappellino: cartamodello Mani di Fata.)

conchiglia

...e questa è Venere che nasce dalle acque.



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