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ALBARELLI IN MAIOLICA SICILIANA

 a destra alabarello di Sciacca e a sinistra di Burgio 1681 Gli albarelli in maiolica sono tra le ceramiche più diffuse in Sicilia nel XVII secolo. Questi venivano commissionati dai farmacisti e speziali ed erano usati per contenere le varie preparazioni medicamentose, erbe, essenze e profumi.
I maggiori paesi produttori sono, oltre a Caltagirone, Palermo, Trapani, Sciacca e Burgio. I contenitori sono a forma di bocce o albarelli dal corpo tronco conico riccamente smaltati e decorati e venivano esposti in bella mostra sugli scaffali degli "aromatari".
Contenevano spezie preziose provenienti da tutto il Mediterraneo e oltre ad essere fabbricate in Sicilia, venivano anche importate dall'Italia peninsulare per far fronte alle grandi richieste dei commercianti.
Nella sola Palermo nel Seicento, per centomila residenti c'erano 50 botteghe di speziali, un numero notevole rapportato alla popolazione che testimonia il grande sviluppo locale dell'arte aromataria.
Questo tipo di ceramica è stato condizionato nella forma dalla destinazione che ne veniva fatta ed è comune in tutta l'isola.
Le forme più diffuse sono le bocce, quasi sempre prive di manici col corpo che si stringe alla base e con un'altezza tra i 30 e i 40 centimetri. Gli albarelli invece sono di forma cilindrica leggermente svasata verso l'alto e il fondo e hanno un'altezza compresa tra i 18 e i 32 centimetri.
Le decorazioni variano in base alle zone di provenienza : a Caltagirone prevale una decorazione su fondo bianco. Pennellate veloci nei toni del blu, raro il giallo e il verde, disegnano motivi vegetali o geometrici che si ispirano alle maioliche moresche e catalane.
scarpetta scaldamano, boccia calatina e albarello di Burgio XVII sec. Cioè quei modelli creati dagli arabi nei quali si inserisce l'influenza catalana degli spagnoli arrivati tra il XII e il XIV secolo in Sicilia.
Verso il 1600 invece si inizia a lavorare ispirandosi all'arte veneziana del secolo precedente e si realizzano decorazioni fatte di larghi fogliami sui toni del verde e del giallo su fondo blu.
Si passa poi verso la fine del '600 a una produzione a fondo turchino con elementi vegetali disposti a fasce e colorati d'azzurro.
Le maioliche invece dei maggiori centri ceramici della Sicilia orientale ( Palermo, Burgio, Sciacca e Trapani) hanno delle decorazioni che si ispirano al tardo rinascimento italiano con decori di armi e trofei.
I pezzi siciliani dipinti con mano veloce in maniera calligrafica, si caratteristicano per i colori molto accesi che vanno dal giallo cromo al blu turchino, accostati al blu cobalto, al verde ramina e all'arancio intenso ( chiamato "ferraccio").
Normalmente la parte frontale dell'albarello è decorata con un medaglione contenente figure femminili o maschili, santi, stemmi cittadini come l'aquila per Palermo, putti alati o scene devozionali.
Il retro invece è decorato con grottesche, volute vegetali, cartocci, nastri festoni.Questa tipologia decorativa prende spunto dai modelli di Faenza e di Casteldurante che venivano importati dai mercanti. Folte comunità di genovesi, pisani e veneziani si installavano nei quartieri di Palermo e gestivano questo commercio.
coppia di bottiglie Caltagirone e albarello di Sciacca XVII sec. Le maioliche di Trapani si distinguono per la decorazione a colori chiari di nastri su fondo scuro e per l'uso di un colore azzurro glicine.
Sciacca, ricca di cave d'argilla, e frequentata dalla nobiltà per le sue fonti termali,aveva sul suo territorio l'attivissima officina dei fratelli Lo Bue i quali lavoravano a decorazioni fasci verticali, ellissi e un motivo di fiordaliso stilizzato mentre i trofei d'armi recano vistosi cartigli, tamburi e scudi.
Il maestro Matteo Maurici di Burgio dipinge prevalentemente trofei con mascheroni a volto di luna piena che è l'elemento distintivo della produzione di questa città.
Sono caratteristici anche gli ovuletti, piccole perle che, dipinte per metà, decorano il collo e la base dei manufatti.
Il tratto delle figure è sempre grossolano e abbozzato.


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