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Le vinaigrettes sono dei piccoli contenitori, nati nel sec.XVIII in Francia, in
sostituzione del più ingombrante "pommander" di analogo impiego.
Queste sono costituite da una scatoletta in oro o argento, con un coperchio interno incernierato
costituito da una griglia riccamente traforata,
sotto la quale veniva posto un tampone imbevuto d'aceto ( vinaigre in francese, da qui il nome)
che serviva in caso di mancamenti improvvisi, oppure veniva bagnato con pungenti aromi che
servivano per sopraffare i frequenti miasmi degli assembramenti urbani di un tempo.
Erano accessori tipicamente femminili ma non usati solo dalle donne.
Iniziarono a diffondersi verso la fine del 700 ma la loro produzione culminò nell'Ottocento
sopratutto in Inghilterra. La città inglese che più produsse questo genere di argenteria
è stata Birmingham, in quanto sede di importanti laboratori orafi per la produzione di
scatole riccamente incise.
E' un articolo abbastanza raro sul mercato antiquario e i prezzi sono conseguenti alla
sua introvabilità.
Oltre che in Inghilterra e Francia le vinaigrettes vennero prodotte anche in Italia,
Danimarca, Svezia, Germania ma, mentre le vinaigrette inglesi si possono trovare in vendita
da antiquari molto forniti, per gli altri paesi è difficilissimo trovarne.
Per quanto riguarda la mia esperienza ne ho toccate con mano pochissime, e viste qualcuna su pubblicazioni del settore.
Le scatolette possono avere diverse forme: cubiche, ovoidali, parallelepipedi, a urnetta
sino ad arrivare a delle vere opere d'arte eseguite in forme più inusuali quali fiori, lanterne,
borsette,cuoricini, botticelle e così via.
Questi tipi di vinaigrettes venivano portati in borsetta o appesi al collo con catenelle,
però venivano prodotte anche di tipo particolare, come alloggiate nei pomoli dei bastoni da passeggio
oppure applicate alla base di bottigliette porta sali.Esse venivano anche prodotte in pendant
con occhialini, portapillole e portaprofumi.
Le decorazioni esterne erano di vario genere, incise o sbalzate rappresentavano scene
bucoliche, fiori, castelli o incisioni entro riserve di frasi tipo: "non ti scordar di me"
e cose simili.Su moltissime era inciso il nome o le iniziali della proprietaria.
Tenete presente che queste lavorazioni erano eseguite su pochi centimetri quadrati!
Infatti una vinaigrette misura in genere circa 3 cm, ma queste sono quelle grandi: ce ne
sono anche di poco più di 1 cm!
La griglia comunque è la parte più interessante di una vinaigrette in quanto è da sola
un'opera d'arte e alle volte è molto meglio l'interno che l'esterno della scatoletta.
Le griglie venivano incise e traforate con raffigurazioni di trofei d'armi o floreali,
canestri di fiori, cornucopie di frutti, volute vegetali e motivi astratti, alle volte
eseguiti anche in filigrana.
Queste lavorazioni artistiche sono iniziate a partire dal primo quarto dell'Ottocento
visto che prima di allora, la vinaigrette era una piccola scatolina molto semplice sia nell'esterno
che era quasi sempre liscio e senza lavorazioni, sia nella griglia che era formata da semplici
forature circolari.
L'interno della vinaigrette, compresa la griglia, è sempre stato dorato per evitare che
le sostanze solvibili dei profumi corrodessero il metallo.
Le prime vinaigrette furono prodotte con le cerniere per i due coperchi inserite nello stesso
punto. Mentre, specialmente in Inghilterra,la cerniera della griglia era sistemata a 90°
rispetto a quella del coperchio.
Bisogna stare molto attenti a maneggiarle dato che l'uso frequente può aver rovinato i
cardini e questa è anche una zona da controllare per prima in quanto ci possono essere
delle riparazioni.
Oltre che da donne e uomini, venivano appese al collo dei bambini riempite con miscugli
che si riteneva, tenessero lontani i microbi.
Le sostanze che più venivano usate per produrre i profumi utilizzati per bagnare
il tamponcino erano rosmarino, salvia, menta,limone, arancia, timo, assenzio, ruta, chiodi di garofano, noce moscata,
messi per 15 giorni in infusione in aceto.Dopo questa operazione si poteva aggiungere anche
brandy o canfora.
Passiamo alla parte più interessante : vedere come sono fatte.
Queste che vi presento fanno parte di una collezione piccola ma completa per
quanto riguarda i periodi di produzione e i vari stili.
In alcune è presente la spugnetta originale
e si può ancora sentirne il profumo.
Sono quasi tutte Inglesi, una rarissima Viennese in smalti su argento, un'altra molto insolita di provenienza olandese, una francese e un portaprofumo americano che non sarebbe propriamente una vinaigrette ma ho voluto inserirlo nella collezione perchè il suo uso era pari a quello delle vinaigrette.
Le misure vanno da circa 2 cm di diametro per quella di Vienna a un massimo di
cm 3,5 per le più grandi.La più piccola ha il lato più corto che misura 1 cm.
La cosa positiva di questi oggetti è che, quelle che si riescono a trovare,
sono tutte originali e non dei falsi, in quanto produrre oggi una vinaigrette
verrebbe a costare come acquistarla antica; visto che per eseguirla a regola
d'arte, come si lavorava ai tempi, sono necessarie almeno 40-50 ore di lavoro
e con i costi odierni di un orafo qualificato, non sarebbe economico falsificarle.
La maggior parte delle persone inesperte di antiquariato, sono solite "soppesare" il
valore di un oggetto in base appunto al peso.Questo è un discorso totalmente
sbagliato che può essere valido solo per acquisti
di oggetti da rifondere. Mentre invece oltre al peso dell'argento, che incide
naturalmente anche quello, vanno prese in esame altre cose: l'anzianità,
l'argentiere più o meno famoso, lo scarto delle lavorazioni,
la complessità dei ceselli, degli sbalzi e delle incisioni, se la lavorazione è eseguita
a mano o a macchina.
Questo per dire che una vinagrette del peso di 15-20 grammi, se eseguita magistralmente da un orafo famoso
e in ottime condizioni, può superare il costo di una teiera dello stesso periodo.
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