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AVORIO

L'avorio è il materiale tratto principalmente dalle zanne d'elefante, sia africano che asiatico, ma anche dai denti dell'ippopotamo, del tricheco e di altri mammiferi. E' costituito, come le ossa, prevalentemente da un fosfato di calcio e da una ridotta quantità di carbonato di calcio. Il tutto cementato da abbondante sostanza organica proteica per costituire un insieme compatto, elastico e tenace.
Le zanne, che sono gli incisivi a crescita continua dell'elefante, hanno forma più o meno conica molto allungata e un po' ricurva, con una cavità interna, anch'essa conica dove si trova il nervo. La struttura organica in sezione trasversale si manifesta con sottili venature leggermente traslucide, curve, incrociate, molto simili ai segni lasciati da una fresatrice su una superficie.
Il colore è biancastro e diviene più giallo col tempo. L'invecchiamento produce talvolta, probabilmente per disidratazione della sostanza organica, delle piccole screpolature, estese sopratutto longitudinalmente.
Le zanne dell'elefante africano passano facilmente il metro e mezzo di lunghezza, con un peso di oltre una decina di chili. Ne sono state segnalate anche di lunghe oltre i 3 metri e pesanti anche 50 chili e più. Un po' più piccole sono le zanne dell'elefante asiatico.
Molto avorio usato nei secoli passati in Cina, proveniva da resti fossili di mammuth, con zanne di dimensioni molto più grandi, molto ricurve e ben conservate tanto da prestarsi ancora ottimamente all'uso.
La durezza da 2,50 a 2,75 permette una lavorazione abbastanza agevole con normali utensili di metallo.
E' accompagnata poi da una notevole elasticità e tenacia, che fa sì che gli oggetti in avorio siano molto durevoli.
La maggior parte dell'avorio è costituito da avorio d'elefante, in particolare quello africano che vive nelle grandi savane. Particolarmente ricchi d'avorio sono il Camerun, il Gabon, lo Zaire, il Ghana, la Sierra Leone,la Tanzania e il Mozambico. L'avorio proviene anche dall'India, dalla Birmania e dalla Thailandia. L'avorio fossile utilizzato nell'antica Cina pare provenisse dalla Siberia.
E' usato da sempre per oggetti ornamentali, ma ha avuto, nei secoli scorsi, momenti nei quali è stato apprezzato molto più di ora, sia in Occidente che in Oriente. Il suo momento di maggior auge è stato attorno al XIII secolo.

scultura africana da zanna intera scultura scuola di Tokio-sigillo su lacca rossa- XIX secolo Il colore dell'avorio è caratteristico: bianco crema, bianco giallastro (detto appunto color avorio) che con l'invecchiamento arriva a un giallo bruno smorto. In forte luce sono visibili le venature, allungate in senso longitudinale e invece con l'aspetto particolare ad archi incrociati nella sezione trasversale. Prende facilmente una buona lucidatura, anche se talora nei pezzi lavorati più grossolanamente (come in certi prodotti di artigianato africano di scarso livello) possono apparire le striature delle lime usate per lavorarlo. In spessori di un millimetro o poco più (come nelle stecche dei ventagli) è piuttosto elastico.
E' tenace e non ha nessuna tendenza a scheggiarsi. E'stato ed è usato per fare una tale varietà di oggetti ornamentali e oggetti d'uso particolarmente pregiati per cui risulta difficile citarli tutti. Si va infatti dalle collane di grani più o meno arrotondati, ai bracciali fatti ad anello e a fascia, ricavati dalla parte basale della zanna, cava al centro.
E' usato anche per pezzi incisi a bassorilievo da utilizzarsi sia come pendenti di monili, sia come rivestimento di scatole e astucci e come impugnature di armi per lo più da parata. Frequenti sono anche le sculture rappresentanti figure umane. Molte sono anche le zanne intagliate conservando la forma e le dimensioni originali: questa è una delle lavorazioni più frequenti in Africa e la zanna lavorata è destinata, una volta finita, a stare in posizione verticale. Anche in Cina, Giappone e India si lavorano zanne intere, ricavandone opere invece a prevalente sviluppo orizzontale, con scene di vita immersa in paesaggi, fitti di piante, abitazioni e pagode,il tutto rappresentato con un'eccezionale minuzia di dettagli.
Si costruiscono anche piccole sculture o altri oggetti con tanti pezzetti d'avorio, ritagliati a misura e fissati su un supporto di legno che rimane all'interno e quindi nascosto.Questa è una tecnica che permette di eseguire opere di dimensioni maggiori di quelle di una zanna. Nell'arte orientale si trovano anche recipienti di forma complicata, con le pareti minutamente lavorate a bassorilievo e i particolari dell'oggetto minutamente traforati. Nell'arte occidentale l'avorio è stato usato principalmente per sculture, astucci o scatole con decorazioni a bassorilievo, per impugnature di armi di pregio, per ventagli e anche per intarsi su mobili. Avori molto pregiati per la loro accurata lavorazione sono quelli eseguiti a Dieppe nel XIX secolo.

scultura giapponese policroma S.Agnese- scultura europea Netsukè giapponese XIX sec.fronte e retro

La caratteristica fondamentale è la presenza di venature che si distinguono dal fondo soltanto per una maggiore traslucidità, anche se sono quasi invisibili sulla superficie esterna naturale delle zanne. Esse permettono una facile distinzione dall'osso che ha invece, ma solo visibili al microscopio, zone eterogenee disposte a reticolo. Le imitazioni dell'avorio, costituite da materie plastiche, hanno tutt'al più sottili solchi superficiali che simulano grossolanamente le venature e fondono se toccate con la punta di uno spillo arroventato rilasciando il classico odore di plastica bruciata. L'avorio annerisce anch'esso, ma emana odore di proteine bruciate, comunque la prevalente parte inorganica gli conferisce una resistenza al fuoco molto maggiore di qualunque plastica.
Misurando la densità si ottiene un altro elemento molto utile per distinguere l'avorio dalle sue imitazioni. Però queste sono misurazioni eseguibili solo in laboratorio e chiaramente non sono alla portata dell'acquirente che vuole effettuare un controllo.
Recentemente l'avorio ha visto rialzare le sue quotazioni, che però sono molto legate, come per le giade, alla maggiore o minore perfezione della lavorazione, che può arrivare a livelli eccezionali. In questi casi il valore dell'avorio è pari a quello di altri materiali ornamentali di pregio. Quando la lavorazione è di tipo corrente, il valore diminuisce ma è sempre maggiore a quello dei piccoli oggetti fatti in serie di giada nefrite, per esempio.
L'avorio è stato imitato moltissimo con ogni sorta di materia plastica.Spesso a queste imitazioni viene dato il nome di avoriolina, volendo con questo far intendere che si tratta di qualcosa di particolarmente pregiato, molto simile all'avorio.Si fanno, a stampo, oggetti anche di grandi dimensioni, impossibili a farsi in un solo pezzo con l'avorio; basti pensare a certe composizioni orientali rappresentanti le classiche navi dei 7 saggi o la rappresentazione cinese dell'imperatore e dell'imperatrice sul trono. Soggetti che misurano a volte anche 1 metro di lunghezza per una larghezza di 50/60 centimetri. Talvolta con queste plastiche sono state fatte addirittura intere zanne, con disegni incisi, distinguibili da quelle vere con molta difficoltà, almeno a occhio nudo.
Molti manici di ombrello e di bastoni da passeggio eseguiti nei primi anni del 900 sono anch'essi di plastica, come le impugnature dei servizi da toeletta dello stesso periodo.Tutte queste imitazioni hanno densità minore di quella dell'avorio, ma decisamente più elevata di quella delle plastiche trasparenti perchè vi si incorporano delle polveri minerali, con lo scopo di rendere più credibile l'imitazione. Un'altro "imbroglio" frequentissimo è quello di far passare per avorio il comune osso, ma una persona con una minima esperienza lo riconosce a vista.
Il commercio di articoli d'avorio moderni è appannaggio quasi esclusivo di venditori francesi con i quali, se interessati ad un acquisto, bisogna intavolare una lunga trattativa per arrivare, dopo un paio d'ore di discussioni,ad ottenere un prezzo dell'oggetto che si discosta di molto da quello richiesto. Per cui bisogna preventivare un po' tempo se non si vuol correre il rischio di pagare troppo cara la bella statuina che tanto ci ha colpito.


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