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Il corallo è formato da colonie di piccoli polipi che secernono
una secrezione calcarea; questa forma lo struttura dei rami che,
seccandosi, raggiungendo una durezza tra i 3,5 e i 4 gradi della scala Mohs.
Fin dalla civiltà mesopotamica e in Egitto ci sono testimonianze dell'uso del corallo in gioielleria,
dove è utilizzato per confezionare collane, anelli e scarabei intagliati.
Dall'antichità uno dei più grandi produttori di corallo è l'India dove viene
largamente utilizzato per ornamenti e gioielli personali.
Per la
pesca del corallo si utilizza uno strumento detto "ingegno", composto da due lunghe
travi montate a croce e fornite di zavorra nel punto di intersezione. Alle estremità
delle travi sono fissati due uncini di ferro, detti "gratte", attorniati da un
groviglio di reti. Quando l'ingegno viene calato in mare e trainato, le gratte spezzano
i rami del corallo, che restano impigliati nelle reti.
La lavorazione del corallo richiede
molto tempo e perizia. Il corallo intagliato viene successivamente lucidato con polveri di
smeriglio mescolate ad acqua. In gioielleria si utilizzano principalmente il corallo moro (rosso cupo), rosso,
rosa, pelle d'angelo (rosa pallido, molto prezioso), bianco e nero.
Esiste anche una rara varietà di corallo blu pescato vicino alle coste del Camerun.
Il corallo è diffuso in tutto il mondo ed è pescato nel Mar Rosso, in Africa, in
Giappone, in Tunisia, in Libia e in Sicilia. Ma le quantità di corallo presenti in Italia sono molto piccole:la
lavorazione del corallo italiano si svolge sopratutto
a Torre del Greco e a Trapani, dove dal XVI secolo fiorisce l'arte dell'intaglio
di questo materiale.
Una curiosità:in Giappone fino alla fine del XIX secolo il corallo era ritenuto
sacro e non veniva lavorato.
Nell'Ottocento il corallo ha il suo momento di gloria, prima come gioiello
popolare, poi anche in parure di una certa importanza, come quella nella foto
sotto prodotta a Torre del Greco. Il corallo può essere intagliato come una
qualunque altra pietra preziosa. La sua lavorazione è però piuttosto lunga e richiede
grande attenzione da parte dell'artigiano.
Corallo rosso.Il corallo rosso è stato per secoli il corallo per eccellenza,
i più antichi reperti risalgono a circa 3000 anni avanti Cristo e provengono dalla
civiltà della Mesopotamia. Il corallo rosso proveniente dal Mediterraneo (corallum
rubrum) ha gli anelli concentrici molto poco pronunciati, quello proveniente dal
Giappone ha invece le strutture organiche più evidenti. I rametti sottili vengono
usati semplicemente lucidati, forati ed infilati in collane, tali e quali.
I pezzi di maggiore dimensione sono tagliati a sfere o a pezzi sfaccettati forati
per collane.E' molto compatto e acquista facilmente una buona lucidatura, che però
può deteriorarsi nel tempo per la limitata durezza del materiale o per il contatto con acidi e detersivi.
Viene usato anche
per pezzi incisi e per piccole statuine, sia nell'arte orientale sia in quella
occidentale. Le varietà più apprezzate sono quelle rosso intenso, vivace ed uniforme
meno apprezzate quelle di colore troppo scuro o troppo chiaro o con sfumature
arancio o con colore distribuito irregolarmente. In certi coralli giapponesi, più o meno
rossi è presente una zona assiale bianca; questo particolare costituisce naturalmente
un difetto, quando non si provveda ad eliminarlo con il taglio.
Per accertare che si tratti veramente di corallo o di un'imitazione, ci sono due
sistemi:1° deve essere presente la struttura di origine organica caratteristica del
corallo; 2° a contatto con una goccia di acido muriatico di deve vedere la decisa
effervescenza caratteristica dei carbonati e della calcite.
Certo che questa prova va effettuata con molta attenzione, perchè si rischia di rovinare
l'oggetto.
Le imitazioni più frequenti sono costituite o in vetro con strie longitudinali
simili a quelle del corallo ma che non reagisce all'acido, o da un agglomerato compatto
artificiale a prevalente calcite, mancante però di qualsiasi traccia di struttura
organica. Quando è usato per pezzi di collana lucidati, ha un valore più o meno pari
a quello di certe pietre ornamentali apprezzate, come il turchese e i lapislazzuli
di buona qualità. Molta importanza hanno in questi casi, il colore, l'omogeneità di
ciascun pezzo e quella fra i vari pezzi della collana, e la lucidatura. Quando è
usato per pezzi lavorati e statuine ha evidentemente molta importanza la lavorazione;
inoltre bisogna tener presente che un pezzo di grandi dimensioni è di difficile
reperibiltà e quindi i suo valore aumenta.
Corallo rosa e bianco.Non molto frequente in commercio sino a qualche decennio
fa, è adesso molto diffuso e proviene in grandi quantità dall'Oriente. Quello del Mediterraneo
è molto compatto e ben lucidabile con colorazione dal rosa tenue al bianco. Quello
proveniente dall'Oriente è di minor pregio per la sua fragilità e per i colori non
sempre omogenei. Le qualità più pregiate devono avere queste caratteritiche:
compattezza, senza incrinature o cavità, colore uniforme rosa e abbastanza tenue,
assenza di sfumature arancio. Quando il corallo rosa ha tutte queste caratteristiche
insieme ad un colore rosa antico appena tendente al violaceo viene chiamato "pelle
d'angelo"
Corallo azzurro. Lo scheletro di un corallo che vive principalmente nei mari
delle Filippine, Heliopora coerulea,fornisce questo materiale dal colore e
dall'aspetto inconsueti e di uso piuttosto limitato. La caratteristica più spiccata
è costituita dal colore azzurro intenso o azzurro grigio. A causa delle cavità,
delle macchie e delle discontinuità corrispondenti all'affioramento dei canali, non
prende mai una buona lucidatura per questo il suo uso come oggetto ornamentale è
legato sopratutto al colore.Viene usato principalmente in pezzi sferici
o cilindrici, forati per collane. Non si presta ad altri usi. Il valore è molto basso,
sul nostro mercato rappresenta più che altro una curiosità. Per il momento non è
imitato, forse perchè poco conosciuto.
Corallo nero. E' costituito dagli scheletri di colonie di polipi dei generi
Gorgonia, Eunicella, Gerardia e Paranthipates, questi scheletri a differenza
di quelli costituenti il corallo rosso, rosa e azzurro, sono di natura cornea.
Il colore è nero, ma talora con minute venature un po' traslucide appena
giallo-brune. Può assumere una discreta lucentezza con la lucidatura paragonabile
a quella di certe materie plastiche.Viene usato principalmente per collane ma può
essere anche piegato a caldo per farne braccialetti a cerchio. Dai pezzi un po' più
massicci si ricavano anche anelli grossolani, pezzi incisi e statuine di dimensioni
anche fino ai 10 centimetri. Nelle sezioni trasversali appaiono dei centri concentrici
come nei tronchi d'albero. Per la sua natura proteica, se toccato con la punta di un
sottile filo metallico arrovenato, produce un odore di corno bruciato. E' caldo al
tatto, come la plastica.Viene pescato in vicinanza delle isole Hawaii, nella grande
barriera corallina Australiana,ma anche nel Mar Rosso, nelle Antille e qualche volta
nel Mediterraneo. Il suo valore è molto più basso dei coralli
tradizionali, come oggetto ornamentale è caratteristico di culture molto diverse
da quella europea. Da noi è considerato una curiosità, comunque negli ultimi anni ne
sono comparse sul mercato delle quantità significative.Come quello azzurro, per il
momento, non viene imitato.
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Oreficeria di Torre del Greco, parure 1850-1860 |
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