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PERLE NATURALI E COLTIVATE

spilla di perleLe perle sono prodotte da una varietà di lamellibranchi delle quali esistono quattro specie principali: margaritifera, martensi, vulgaris e californica.
La prima vive nei mari della Nuova Guinea, Nuova Caledonia, Australia e Ceylon; le due seguenti provengono dal Giappone, Oceano Indiano, Mar Rosso e Golfo Persico e l'ultima vive nei mari dell'America Centrale.
I banchi naturali di questi molluschi si trovano ad una profondità di 15- 20 metri.
Le perle si formano quando un corpo estraneo ( un granello di sabbia ma più spesso un piccolo parassita) entra in un'ostrica perlifera, il cui organismo, per difesa, ingloba l'intruso in una cisti, continuando però a depositare strato dopo staro di perlagione anche quando l'intruso è stato completamente inglobato e messo nell'impossibilità di nuocere.
Questa perlagione è costituita da lamelle calcaree sottilissime e trasparenti alternate ad una proteina chiamata conchiolina.
Il colore delle perle che varia dal bianco al rosa, grigio, giallo, nero e anche verde e viola è determinato dai pigmenti colorati contenuti nella conchiolina.
La conoscenza della genesi della perla ha promosso fin dai tempi antichi il tentativo di forzare la mano alla natura per far produrre alle ostriche, perle in maggior numero e di dimensioni maggiori.
I primi seri tentativi risalgono al secolo XII, quando i Cinesi approntarono un sistema che consisteva nel disporre tra il mantello e la conchiglia di certi molluschi vari oggetti sagomati ( fra i quali le tipiche immagini di Budda) che dopo un paio d'anni apparivano ricoperti da uno strato di madreperla.
Ma l'inizio della prodizione di perle coltivate avviene tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento in Giappone ad opera di alcuni appassionati pionieri: Mikimoto che ottenne i primi risultati nel 1893 con la produzione delle mezze perle e poi Mise che nel 1907 determinò la produzione.A Nishikawa e Mikimoto si deve l'attuale procedimento di coltivazione, messo a punto nel 1919.lavorazione perle
Questo procedimento consiste nel tagliare un piccolo pezzo di mantello di un'ostrica vivente e inserirlo, avvolto su un nucleo costituito da una sferetta di madreperla, nell'organismo vivente di un'altra ostrica.Le ostriche così trattate sono deposte in acque non troppo agitate dentro gabbioni tenuti sospesi per mezzo di galleggianti a profondità variabili a seconda delle stagioni, in modo da avere una temperatura non inferiore ai 10°C, cioè 2-3 metri in primavera-estate e 5-6 metri in autunno- inverno. In questo modo si bilancia anche la crescita veloce della bassa profondità con la migliore qualità che si ottiene alle profondità maggiori.
La raccolta avviene in genere dopo 5-7 anni ma i risultati migliori si ottengono con periodi fino a 12 anni.Periodi di crescita molto minori sono caratteristici della produzione Australiana effettuata in zone con temperature medie più elevate.
La perla naturale è quella che ha avuto origine senza l'intervento dell'uomo per accidente ed è l'unica che conoscessero gli antichi e fino a poco tempo fa le perle naturali venivano pescate da tuffatori allenati a restare in immersione fino a 80 secondi.
Le perle possono formarsi a sfere, bottoni, a forma di pera e anche molto irregolari, queste ultime vengono chiamate scaramazze o barocche e vengono usate per produrre gioielli usando la forma irregolare della perla unita ad aggiunte in oro, smalti o pietre preziose per ottenere fantasiosi gioielli figurati.La maggior parte di quelle usate in gioielleria ha forma sferica e viene usata semplicemente forata ed infilata per collane.perla scaramazza
Le perle si distinguono per l'aspetto della superficie, lucente ma con microscopiche linee sinuose di discontinuità, avvallamenti o macchie. A differenza delle imitazioni in vetro che invece risultano regolari o da quelle rivestite da una speciale vernice a base di scaglie di pesce macinate che danno un aspetto perlescente. Molto più difficile è riconoscere una perla naturale da una coltivata. Su perle forate con una buona lente o microscopio si osserva l'interno del foro e si riesce a distinguere la successione di strati concentrici mentre nella perla coltivata si vede un nucleo compatto quasi cereo con uno strato nettamente diverso intorno.Giudicare dal solo aspetto esterno una perla è impossibile.
Per distinguere in modo certo le perle naturali da quelle coltivate si debbono portare in laboratori dove vengono usati i raggi X che forniscono notizie sicure sulla disposizione degli strati interni di perlagione.
Il valore delle perle nell'antichità era fra i più elevati nel campo delle gemme, oggi rimane piuttosto elevato ma non in proporzione. I criteri di valutazione sono basati su dimensioni, colore, lucentezza, regolarità della forma, compattezza ( quelle più acquose e traslucide durano meno e quindi valgono meno). Nel caso di una collana vale molto anche l'uniformità del colore e un filo di perle dello stesso diametro vale di più di uno con perle scalari in quanto più difficilmente reperibile.
Anche una coppia di perle uguali vale più del doppio di una singola perla anche qui per la difficoltà a reperirle identiche.Molte perle naturali sono antiche e quando sono in cattivo stato di conservazione ( con screpolature o disidratate) il valore ne risulta molto diminuito.perla barocca
La perla coltivata non è da considerare una vera e propria imitazione ma qualcosa di molto meglio, imitazioni invece di perle vengono prodotte in Giappone e nell'isola di Maiorca che è diventata famosa per queste lavorazioni.
Le perle di coltura ormai rappresentano la quasi totalità delle perle immesse annualmente nei mercati
Come si è detto nei molluschi vengono inserite delle sferette di madreperla attorno alle quali verrà depositata la perlagione.Queste sferette hanno dimensioni abbastanza rilevanti in relazione al volume finale della perla: a seconda della dimensione dei molluschi vengono inserite sferette del diametro da 1 a 4 mm. mentre per le perle Australiane si usano sfere di 6-8 mm.
L'aspetto delle perle coltivate è come quelle naturali, e anche di più, di forma sferica ma ne esistono anche di forme barocche e i colori sono simili a quelle naturali con le medesime sfumature. A volte però le perle coltivate mostrano, a forte luce, una tonalità verdolina non molto gradevole.
Fra le perle coltivate sono molto comuni quelle con strati esterni molto traslucidi, dovuti alla eccessiva presenza di acqua e conchiolina che le rende anche più deperibili.
Un caso particolare riguarda le perle Australiane che arrivano a 10-12 mm ma anche a 15 e sono prodotte in molluschi di grandi dimensioni.Hanno una notevole lucentezza e compattezza, una tinta molto bianca quasi argentea, dovuta probabilmente a trattamenti sbiancanti ma mancano di iridescenza.Possono avere una forma perfettamente sferica ma a volte hanno una serie di solchi disposti come i paralleli di un mappamondo.ostrica perlifera
C'è una forte differenza di valore fra le perle naturali e quelle coltivate che è in media almeno 10 volte più basso a parità di altre caratteristiche.Anche nelle perle coltivate si usa la stessa valutazione delle perle naturali ( colore omogeneo del filo, lucentezza, regolarità, compattezza) ma particolare importanza viene data allo strato di perlagione che circonda il nucleo: uno strato più spesso richiede tempi di allevamento più prolungati ( in media 4-5 anni ma si arriva anche a 6-7) e quindi costi più elevati.Le perle Australiane hanno un valore leggermente più alto delle altre, nonostante la scarsa iridescenza, anche per le loro notevoli dimensioni. A volte hanno uno spessore elevato perchè i molluschi usati compiono il lavoro con notevole celerità, ora però la tendenza è allevare per soli 3 anni preferendo avere più perle piuttosto che perle con strati più spessi.
Verso il 1935 in corso di tentativi per migliorare i metodi di coltura, ci si accorse che si potevano ottenere perle anche innestando parti di tessuti molli invece di sferette di madreperla. In questo modo si ottengono perle coltivate che all'interno non hanno un nucleo artificiale ma solo una piccola cavità che rimane dopo che il tessuto inserito si è decomposto.Di solito questo metodo viene usato con un mollusco di acqua dolce e i primi impianti furono fatti in Giappone nel lago Biwa. All'inizio si ottenevano perle con una grande cavità centrale ma col tempo la tecnica si è perfezionata e ora si ottengono cavità trascurabili. Queste perle in commercio vengono chiamate d'acqua dolce senza specificare che sono di coltura ma quelle non coltivate sono molto poco frequenti.
Il valore di queste perle è pari a quello di quelle con nucleo, anzi a volte è anche superiore.
L'epoca di origine dell'uso delle perle non si conosce con precisione ma è molto antica e le perle vengono usate da sempre per la preparazione di gioielli, in India esiste un tappeto di perle con bordatura in pietre preziose.
La perla più grande del mondo è la Perla d'Asia che pesa 2400 grani, ha la forma di melanzana ed è montata con giada rosa e perle comuni.
Esistono diverse leggende e credenze sulle perle, tra cui anche quella che portano lacrime; un'antica leggenda orientale racconta che sotto i raggi della luna le ostriche salivano in superficie e venivano fecondate con gocce di rugiada.

GLOSSARIO:
Barocche o scaramazze: di forma irregolare, naturali o coltivate.
Blister: Perle formate da bolle cresciute contro la parete della conchiglia, vanno tagliate all'attaccatura del guscio.
Coltivate: nate dall'innesto artificiale nei tessuti di un'ostrica, d'acqua dolce o salata.
Conch: naturali, rosate, tipiche dei Caraibi.
Melo Melo: Naturali color arancio, di notevoli dimensioni e molto preziose.
Naturali: Prodotte dalle ostriche perlifere, sopratutto nei mari orientali ma anche nei fiumi.

perle

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