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La
tormalina si presenta in prismi nella maggior parte allungati nelle più
svariate colorazioni, una delle più vaste del mondo minerale.
La più comune è quella nera, può anche essere da rosa a rossa passando
per sfumature violacee, gialla, bruna, verde in varie tonalità, blu e
raramente incolore.
Esistono anche dei bei cristalli a zonatura concentrica, all'interno rossi
e verso l'esterno verdi, questa è chiamata tormalina
cocomero.
E' un minerale largamente diffuso e la varietà nera non ha valore come gemma.
I giacimenti più famosi si trovano in Sri-Lanka, in Unione Sovietica, in
Afghanistan, in Birmania, negli Stati Uniti, in Brasile, in Tanzania, nelllo
Zimbabwe, in Namibia e anche nell'isola d'Elba sono stati ritrovati esemplari
molto belli.
La tormalina di colore rosa viene chiamata Rubellite e il colore va
da un rosa più o meno intenso ad un rosso intenso anche se meno vivace
di quello del rubino. Come tutte le tormaline ha pleocloismo sensibile e
viene tagliata in tutte le forme, quando è ricca di inclusioni a cabochon
ma il più delle volte ha un taglio sfaccettato con contorni ovali, rotondi
o di fantasia.
Le pietre con un colore acceso e prive di inclusioni hanno un valore abbastanza
elevato tra le pietre secondarie, mentre i colori smorti hanno quotazioni
modeste.
La varietà di tormalina di varie tonalità di blu viene chiamata Indicolite
e quando il colore è blu-verdastro è inconfondibile e particolarmente
bello. La sua scarsa trasparenza in una direzione è un altro aspetto caratteristico
che si osserva più facilmente in gemme di taglio rettangolare, dove la birifrangenza
elevata fa vedere, guardando attraverso la pietra in certe direzioni, gli
spigoli opposti raddoppiati.
Il suo valore quando è di un bel blu distinto o azzurro vivace è
simile a quello delle rubelliti.
La tormalina di colore verde non ha un nome
preciso e, come le varietà precedenti, è relativamente
poco apprezzata in Italia.
il suo colore copre una gamma estesa di tonalità e intensità di verde e
ha una lucentezza buona in pietre medio chiare, mentre i colori cupi sono
più opachi. Nelle pietre di colore medio tagliate a tavola si ha l'impressione
di una serie di righe di colore alternato chiaro e scuro, ma questo è solo
un effetto ottico dovuto alla riflessione delle faccette del padiglione.
Questo effetto è unico nel suo genere e quindi distintivo.
Solo le pietre di colore vivace hanno un valore elevato come accade per le rubelliti
e le indicoliti.
La tormalina non viene imitata nè prodotta in sintesi.
Durezza
7-7½
Il quarzo è un minerale comune, è costituito
da ossido di silicio e si presenta spesso in belle forme cristalline, lucenti,
dure, di colorazioni gradevoli o incolori. Queste caratterisitiche hanno
sempre affascinato l'uomo che l'ha usato come gemma o materiale ornamentale.
La forma più tipica è costituita da prismi esagonali trasparenti
e lucenti, senza sfaldature. Si ritrovano comunque anche neri, bruni, gialli,
rossi e viola. Una qualità di quarzo che si ritrova in ammassi compatti è il
calcedonio che presenta colorazioni variabili anche a venature. A seconda
del colore viene chiamato agata, sarda e corniola. Molto usate anche
le varietà di quarzo che mostrano l'effetto gatteggiamento (occhio di falco,
di tigre, di gatto, di toro). E' pure usata come materiale ornamentale una
roccia costituita prevalentemente da quarzo ma che contiene mica verde: l'avventurina.
Il quarzo è molto diffuso dappertutto e se ne trova anche in Italia, sulle
Alpi e gli Appennini ma le località più note per cristalli belli e di grandi
dimensioni si trovano sulle Alpi Francesi, in Svizzera, in Brasile, nel Madagascar
e negli Stati Uniti.
La varietà di quarzo viola più o meno intenso è l'ametista, parola derivante
dal greco a-methystos (non ubriaco) infatti si riteneva che questa pietra
preservasse dall'ubriachezza.
Il colore tipico è viola intenso con colorazione spesso a bande, anche le
parti più tenui, hanno sempre lo stesso tono di colore. Quando sono presenti
inclusioni disposte a nastri serpeggianti e paralleli si ha la certezza
di essere di fronte ad un'ametista.
Quelle più pregiate provengono dal Brasile, dall'Uruguay, dagli Stati Uniti,
dall'Unione Sovietica, dal Madagascar, dall'India e dall'Australia.
Il valore di un'ametista è diminuito molto alla fine dell'800 quando sono
stati scoperti i grandi giacimenti Brasiliani e Uruguayani e oggi è classificata
una gemma di valutazione piuttosto bassa.
In passato, quando era più costosa, è stata spesso imitata con vetro colorato
e al giorno d'oggi, pur non essendo una pietra pregiata, viene prodotta sintetica
in buona quantità anche se il suo costo si equivale quasi a quello della
pietra naturale.
Il quarzo citrino è la varietà di colore giallo più o meno vivace, che non
ha niente a spartire col giallo limone da cui prende il nome. Viene anche
chiamato topazio per una certa somiglianza di colore, questo danneggia i
topazi che in questo modo vengono creduti meno pregiati e più abbondanti
di quanto non lo siano effettivamente.
Nonostante sia una pietra lucente, lo è meno del topazio e ha una densità
decisamente più bassa e il più delle volte la distinzione del quarzo citrino
da altre pietre simili è possibile solo dopo l'esame delle caratteristiche
fisiche. Proviene in grandi quantità dal Brasile e il valore è abbastanza
basso, più basso dell'ametista e come l'ametista è stato molto apprezzato
in passato.
Non è imitato ma viene prodotto sinteticamente su larga scala
al pari dell'ametista e anche in questo caso il suo costo è simile a quello
della gemma naturale e lo si commercia senza dare importanza al fatto che
sia prodotto sinteticamente o naturale.
Il quarzo rosa si presenta più o meno lattiginoso, la colorazione
è in piccoli ammassi e presenta piccole inclusioni all'interno a volte con
orientamento cristallografico. Il colore in genere è molto delicato dovuto
alla scarsa trasparenza e le scie nebbiose interne corrispondono ad inizi
di frattura che lo rendono fra i quarzi quello più fragile.
E' usato per collane o piccole statuette, non è molto abbondante e proviene
principalmente dal Brasile e dal Madagascar. Ha un certo valore perchè relativamente
raro ma si rivela un materiale abbastanza fragile.
Viene imitato col vetro con cui vengono riprodotti non solo i colori ma
anche le venature interne ma questa lavorazione produce bolle gassose visibili
con una lente.
Il quarzo incolore o ialino o anche detto cristallo di rocca è la varietà
di quarzo più conosciuta e abbondante. Da sempre è stato chiamato cristallo
(dal greco ghiaccio) perchè si credeva che derivasse da ghiaccio divenuto
permanente perchè troppo gelato.
E' stato usato come gemma di basso prezzo perchè è molto bello, tagliato
in tutte le forme, ma il suo uso più comune è per la creazione di oggetti
lavorati come coppe, boccali, vasi, lampadari e ornamenti con lavorazioni
incise. Nel passato sono stati creati dei veri capolavori col cristallo di
rocca.
Si differenzia dal vetro a piombo (commercialmente chiamato cristallo) per
la birifrangenza oltre che per la presenza nei vetri di bollicine gassose.
Da un esame più approfondito si rileva che il vetro ha una durezza di circa
5 mentre il quarzo arriva a 7.
Il valore come gemma è scarsissimo e come materiale ornamentale dipende
dal tipo di lavorazione, se questa è di pregio si hanno quotazioni anche
abbastanza elevate, ancora più alte se il pezzo è anche antico.
Talvolta si scambia il vetro a piombo per cristallo di rocca ma è per lo
più un malinteso. Oggi si producono grandi quantità di quarzo sintetico incolore
ma solo per usi tecnici.
Quando il quarzo contiene inclusioni fibrose che, in pezzi opportunamente
tagliati danno il cosidetto gatteggiamento, si ha una serie di gemme minori
simili che si differenziano solo per il colore di fondo e del riflesso.
L'occhio di gatto ha il colore di sfondo sul bruno verdastro, quando è sul
grigio-azzurro è occhio di falco. Con un riflesso giallo oro su fondo bruno
abbiamo l'occhio di tigre e quando il fondo è rossastro è detto occhio di
toro.
Queste pietre vengono tagliate sempre a cabochon in modo da mettere in evidenza
i gatteggiamento che è la loro caratteristica principale. L'occhio di tigre
viene anche usato per la confezione di scatole, in questo caso però non si
nota il gatteggiamento ma solo le righe parallele colorate diversamente.
L'occhio di gatto proviene principalmente dallo Sri-Lanka e dalla Baviera,
quello di falco, di toro e di tigre provengono invece dal Sudafrica.
Il materiale è molto gradevole ma non ha un gran valore, quella leggermente
più apprezzata perchè meno diffusa è l'occhio di falco.
Vengono usati principalmente per la produzione di bijotteria.
Qualche volta sono stati imitati con vetro ma non vengono prodotti sinteticamente.
Durezza 7
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