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Il nome della gemma pare sia dovuto al fatto che arrivava in Europa tramite commercianti
levantini definiti genericamante turchi.
Il suo uso risale a molto indietro nel tempo, essendo già usata dagli Egizi
alcuni millenni prima di Cristo.
Oggi è una delle gemme più discusse perchè ha subito tanti e tali trattamenti
da migliorarne si l'aspetto ma rendendolo molto diverso da quello che aveva
in origine.
Normalmente, quando non ha subito nessun trattamento (il che è molto raro) ha
un aspetto uniforme quasi di porcellana non smaltata o di roccia a grana
molto fine. Il colore è azzurro che può essere molto intenso ma di solito
è tendente al verdolino o cielo chiaro.
Possono essere presenti delle ragnatele o venature brune o nere e anche inclusioni
di altri minerali biancastri.
Si usa quasi grezza appena lucidata ma più spesso in pezzi forati di forma
arrotondata. Si usa anche per la scultura di statuine o pezzi incisi da incastonare
in gioielli.
La qualità di colore più apprezzata è quella azzurra intensa, più scadente
invece la tendente al verdolino o verdolino. Essendo una gemma di durezza
variabile le qualità più pregiate sono quelle a durezza più elevata, almeno
superiore a 4 - 4½.
La turchese con il suo aspetto caratterizzato dalla vistosa colorazione,
è facilmente imitabile con qualsiasi cosa abbia un colore simile: ceramica,
marmo e noduli di altri minerali tinti esternamente, compresse di polveri
artificiali colorate, plastica, sono alcuni dei moltissimi sostituti che
si trovano correntemente. Pare che già gli antichi Egizi imitassero la
pietra con ceramica e da alcuni decenni viene prodotta una turchese sintetica
con una struttura a nido d'ape visibile alla lente.
I trattamenti a cui viene sottoposta per migliorarne la qualità sono
l'impregnazione con paraffina per ravvivare il colore e renderla più lucidabile.
Questo trattamento è ammissibile, mentre l'impregnazione con plastica è da
considerare una frode.
A grandi linee:
NON è turchese tutto quello che alla lente appare costituito da minuti granuli
poligonali di colore omogeneo azzurro
NON è turchese tutto ciò che viene attaccato in una decina di secondi al
massimo, da una goccia di acido cloridrico, con effervescenza più o meno
marcata o cambio di colore
NON è turchese tutto ciò che è caldo al tatto e leggero come la plastica
e che toccato con un filo di ferro arroventato produce odore di plastica
bruciata.
Visto che , come si è già detto, la turchese ha una durezza variabile e quindi
neppure questa è indicativa per stabilire l'autenticità, l'identificazione
di questa pietra può essere fatta solo da esperti.
In tempi antichi la turchese veniva estratta principalmente in Iran e alcuni
popoli del centro America la estraevano nell'attuale Nuovo Messico. Oggi
la turchese migliore proviene dall'Iran ma in quantità limitata, mentre turchese
scadente in grandi quantità si estrae in giacimenti del Nuovo Messico, Arizona,
California e Nevada.
Questo tipo di turchese si usa insieme alla qualità migliore dopo essere
stato sottoposto a trattamenti che ne aumentano la durezza e il colore.
Il valore della turchese è abbastanza sostenuto fra le gemme simili non trasparenti,
superato solo dal lapislazzulo e dalla giada giadeite più pregiata.
Durezza 5½ -6
Il nome deriva dall'arabo lazward dal quale è venuta anche la parola
azzurro. Scientificamente va definito una roccia perchè è costituito dall'associazione
di lazurite con quantità variabili di calcite, pirite ed altri feldspatoidi
del gruppo della sodalite.
Ha un aspetto uniforme e massivo, a volte granuoloso con cristalli abbastanza
distinti; è semiopaco od opaco ed ha un colore blu intenso ma vivace, a
volte con leggerissima sfumatura viola. Presenta facilmente venature più
chiare dal bianco-grigiastro/ biancastro che sui bordi delle chiazze sono
sfrangiate e compenetrate con i cristallini di colore blu.
Il colore molto bello unito ai piccoli cristalli di pirite fanno si che
il lapislazzulo abbia un aspetto inconfondibile.
La presenza di chiazze chiare ne diminuisce il pregio e le qualità più
pregiate sono quelle di colore uniforme senza sfumature viola.
A contatto con una goccia di acido cloridrico il lapis emana immediatamente
un odore simile all'odore delle uova marce.
Viene usato per pezzi di collane e bracciali da infilare, per pezzi da
incidere e incastonare e per piccoli oggetti o sculture. Nell'antichità
era molto usato come pietra per produrre sigilli e anche gli Egiziani lo
usavano per questo scopo nei loro sigilli cilindrici.
La migliore qualità di laspislazzulo si trova in Afghanistan dove si rinviene
da tempo immemorabile e probabilmente anche gli antichi Egizi si rifornivano
là. Si trova anche in Cile ma di solito di qualità scarsa per la presenza
di chiazze e venature chiare. Anche se in quantità minori si trova in Siberia,
Birmania, Pakistan, Angola, Stati Uniti e Canada.
Fra le pietre semiopache è fra quelle di maggior valore, più o meno alla
pari del turchese di buona qualità e delle giade migliori. La presenza
di venature estranee abbassa un po' il valore ma non in maniera eccessiva
dato l'effetto molto gradevole.
E' sempre stato molto imitato con vetri disseminati di pagliuzze metalliche,
con calcedonio colorato artificialmente, con un aggregato di minuscoli
granuli di spinello sintetico e con sempre la presenza di pagliuzze metalliche
per simulare la pirite.
Di recente è stato immesso in commercio un lapis
sintetico molto omogeneo, di colore blu intenso con minuti frammenti di
pirite sparsi.
Per aumentare il valore dei lapis mano pregiati sono a volte colorate di
blu le chiazze biancastre, questa è una frode non sempre facilmente individuabile.
A volte per ottenere una migliore lucidatura e vivacità del colore si impregna
di paraffina, come si fa per il turchese di qualità scadente. Vista la
scarsa porosità del lapislazzulo però gli effetti ottenuti non risultano
decisivi nel miglioramento della qualità.
Durezza: 5½
Il
suo nome deriva dal greco malàkhe che significa malva.
Il colore è sempre verde ma va da un verde medio, che può essere definito
verde malva, a un verde molto cupo fino al nerastro, in genere alternati
a venature con ampie curve e ondulazioni. Ha una durezza piuttosto bassa
ma una notevole lucidabilità anche se non è delle più durevoli.
E' facilmente attaccata dagli acidi e si può ottenere anche in blocchi di
grandi dimensioni per ricavarne lastre, colonne ed altri oggetti lavorati.
Si usa anche per mosaici, statuine, scatole e pezzi forati da infilare.Il
suo aspetto per il colore, le venature e la loro forma, la rende inconfondibile.
In passato la malachite proveniva principalmente dai monti Urali ma, essendo
un minerale utile di rame, oggi si rinviene in grandi quantità ovunque ci
siano giacimenti di rame :nello Zaire, nello Zimbabwe, nel Cile, in U.S.A.
e Australia.
In oreficeria è scarsamente impegata e il suo valore è molto ridotto, invece
come materiale ornamentale è tenuta in notevole considerazione ed ha una
quotazione piuttosto elevata nel suo genere, specie se all'aspetto della
materia si unisce una lavorazione pregiata.
Non viene prodotta in sintesi e non viene imitata con altri materiali.
Durezza: 4
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