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IL MOSAICO

testa di guerriero del battistero di S. Marco -XV sec.- Venezia, Museo Marciano Con il termine mosaico si intende una decorazione murale simile alla pittura ma composta di tasselli in pasta di vetro o altri materiali.
I più antichi mosaici risalgono al IV millennio a.C. e si trovavano i Mesopotamia, questi erano costituiti da coni di argilla cotta infissa nei muri per mezzo di bitume.
Il mosaico eseguito con tessere vitree richiede tecniche sofisticate e materie prime complesse, oltre a una grande maestria nella preparazione delle miscele: è infatti necessario ottenere un materiale molto brillante e colorato.
Il vetro si ottiene dalla fusione di un vetrificante: la silice e di un fondente contenente sodio, potassio e magnesio.A questi materiali vengono aggiunti dei stabilizzanti come l'ossido di magnesio, di zinco e di bario e per rendere il vetro luminoso si aggiunge l'ossido di piombo.Per avere le varie gradazioni di colore si usano gli ossidi metallici variandone lo stato di ossidazione per ottenere i vari colori: con l'ossido di ferro si ottengono le gradazioni di verde e azzurro, il color ambra e il giallo.Il violetto e il marrone si creano con l'ossido di manganese mentre con il rame si hanno le tonalità di turchese e il verde scuro.
Le paste vitree, preparate in lastre, vengono tagliate a mano e applicate sul muro, già preparato con vari strati di intonaco, per comporre le immagini.
Oltre al vetro nella preparazione di mosaici si usano anche tessere composte di marmo, madreperla, ghiaia, coccio.
Il mosaico in pasta vitrea nasce in Egitto e viene molto utilizzato dai Romani, in seguito la tecnica si diffonde nel mondo Bizantino e fino alla fine del XVI sec. la capitale del mosaico è Venezia.
Le tecniche correlate sono il commesso in pietra dura e il micromosaico in oreficeria.
tabacchiera con micromosaico raffigurante Giove-1803- Roma, Museo Napoleonico
Quando nel mosaico si inseriscono tessere in foglia d'oro si ha l'accortezza di sistemarle a inclinazioni diverse per dar modo alla luce di giocare sui riflessi e valorizzare anche gli altri colori.
La foglia d'oro era solitamente applicata su un vetro rossastro che la valorizza con riflessi ambrati, invece le tessere d'oro moderne vengono realizzate su una base di vetro verde. La lavorazione delle tessere in foglia d'oro prevede una base di vetro chiamata "supporto" sulla quale viene applicata la foglia d'oro che viene compressa a sandwich per mezzo di una saldatura, con uno strato di vetro trasparente chiamato " vetrina o cartellina". La vetrina ha un punto di fusione diverso rispetto allo strato sottostante e questo permette di cuocere le lastre con l'oro senza che questo bruci.
Per ottenere un effetto più preciso di pittura, le tessere vengono inserite posizionate in modo da ottenere le curve e le trame dei tessuti. Come si vede nel mosaico del guerriero nella prima foto, nella parte che rappresenta la cotta che scende dall'elmo, le tessere sono disposte a spina di pesce per imitare la maglia di metallo.
La tecnica della preparazione delle tessere non è molto cambiata rispetto alle origini e le vetrerie muranesi sono da sempre le più specializzate per la lavorazione del vetro musivo. Esiste persino un ricettario: il Darduin, che contiene molte ricette per la preparazione di vetri da mosaico.
Nel XIX secolo a Roma vengono realizzati piccoli oggetti in micromosaico e gioielli, generalmente venduti come souvenir ai viaggiatori. Le tessere in vetro opaco di dimensioni piccolissime vengono fissate alle superfici con mastice.
La tabachiera fotografata sopra è eseguita con una lavorazione molto raffinata, in cui le tessere, in varie tonalità di grigio, sono disposte in modo da ottenere un superbo chiaroscuro.


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