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Celeberrimo autoritratto a sanguigna di Leonardo da Vinci.
Con la parola "sanguigna" si intende un tipo di matita dai vari toni color rosso mattone, ma anche nera
ricavata da un tipo di argilla ferrugginosa detta "ematite".
La storia della matita rossa, che a partire dall'Ottocento verrà
comunemente chiamata sanguigna, è legata a quella dei disegni realizzati con punte in pietra
naturale. Essa viene usata da sola o, più spesso, insieme alla matita nera.
Il disegno a sanguigna
ha una grande diffusione nel corso del XVI secolo, in particolare a Firenze, anche se Leonardo e
i suoi seguaci lombardi sono i primi a farne grande uso.
Per facilitare l'uso di
questi bastoncini di pietra colorata e friabile ed evitare di sporcare le mani e il disegno si
usa il "matitatoio", un tubo di metallo o di bambù in cui essi vengono inseriti lasciando esposta
solo la punta. L'argilla può essere reperita in diversi gradi di compattezza, così da produrre
tratti di diverso spessore ed intensità: più chiari e delicati con argilla più dura, più caldi
ed intensi con argilla morbida. Queste differenze sono sottolineate anche dalla pressione
effettuata dall'artista sulla carta.
A volte gli artisti diluiscono il tratto passandovi sopra un pennello bagnato per creare un effetto più morbido
e sfumato, tipo acquerello.
I supporti per la sanguigna sono la carta, la pergamena e le tavole.
Nel XVII secolo si usa abbinare alla sanguigna un acquerello del medesimo colore, arricchendone
così le possibilità di rivelazione delle luci.
I pittori della scuola francese portano l'uso di questa tecnica ad altissimi livelli di virtuosismo, in
particolare nel settecento con Fragonard e con Hubert Robert.
Con pastello non si intendono i pastelli usati dai bambini a scuola, ma è una tecnica
che si ottiene adoperando i "Contè", una specie di gessetti colorati in tantissime sfumature
diverse e
miscelabili tra loro. Il pastello è uno strumento per disegnare e dipingere inventato
probabilmente
in Francia nel XVI secolo e da il nome ad una tecnica intermedia tra il disegno e la pittura.
Una delle più antiche menzioni risale al Lomazzo (1585) che nel suo trattato parla di "punte
composte particolarmente in polvere di colori". Per preparare i pastelli si utilizzano
principalmente
pigmenti di origine minerale (bolo armeno per i rossi, l'azzurrite per il blu, l'ematite
nera per le tinte
scure) miscelati con acqua , gomma arabica, lattice di fico e colla di pesce. Per ottenere le diverse
gradazioni di colore si aggiunge un po' di argilla bianca. La pasta così ottenuta viene formata
in
bastoncini e fatta essiccare. Come supporto del pastello si usa la carta ruvida (quasi sempre
grigia)
o la tela sottile o anche un tipo di carta vetrata perchè la superficie rugosa evita gli effetti
lucidi
e garantisce una maggiore conservazione. I tratti colorati sono molto labili e, a opera ultimata,
bisogna procedere al fissaggio con acqua e colla o latte. Oggi per fissare i pastelli si usano la lacca
per capelli o fissatori spray ma è un fissaggio all'acqua di rose, inoltre il fissaggio scurisce i colori
e alle volte rovina un effetto particolare ottenuto con tanta fatica. Persino le gocce dello spray che
si posano sul dipinto possono creare un brutto effetto "pallini".
I colori non sono mai fissati stabilmente - anche a distanza di anni- se passate un dito su un dipinto
a pastello mischiate tutto il lavoro e inevitabilmente il dipinto è rovinato.
Questo è il rovescio della medaglia del pastello anche se è la tecnica che io preferisco.
I toni freddi del pastello sono indicati per l'aggraziato gusto rococo' e trovano particolare
applicazione nella ritrattistica. Molti artisti del passato si sono cimentati con la tecnica del
pastello: Leonardo,che fu uno dei primi in Italia ad usare questa tecnica, Hans Holbein il giovane,
Correggio, Federico Barocci, per citarne solo alcuni.
Nel settecento ha conosciuto la massima diffusione in Francia con pittori come Quentin de
la Tour, Boucher e Fragonard.
In Italia abbiamo gli splendidi pastelli di Rosalba Carriera.
Pastello di R.Carriera: "Ninfa" -1721 -Parigi Louvre
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