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Il castello si trova in provincia di Cuneo nel comune di Govone.
Fu una delle residenze della casa reale dei Savoia dal 1792 al 1870, dal 1997 è uno degli edifici parte del sito residenze sabaude iscritto alla lista del patrimonio dell'umanità UNESCO, è ora adibito a palazzo comunale.
Nella posizione in cui sorge il castello, in cima alla collina, già in epoca medioevale si ergeva una fortezza.
Il castello divenne proprietà di casa Savoia nel 1792 e dopo il periodo napoleonico fu scelto come residenza estiva insieme al castello ducale di Agliè.
Re Carlo Felice, assieme alla moglie Maria Cristina, fece completamente restaurare il castello agli inizi dell'Ottocento, sulla base di propri disegni. Analogamente si operò sull'adiacente parco dotato di giardino all'italiana.
Dalla fine dell'Ottocento il castello - che ha avuto una particolare notorietà per il soggiorno, avvenuto nel 1730, di Jean-Jacques Rousseau, al tempo appena entrato al servizio del conte Ottavio Solaro - è di proprietà del comune di Govone.
Come molte altre dimore storiche sabaude del Piemonte, è meta di visitatori richiamati specialmente dal monumentale e scenografico scalone d'onore a due rampe ricco di rilievi e telamoni che provengono dai giardini di Venaria Reale.
Gli appartamenti reali erano composti di: camera da parata, camera di udienza, camera da letto e ambienti privati e di servizio e avevano ingressi separati. Dalla camera da parata della Regina una porta permetteva la comunicazione con la camera da letto del Re.
Gli affreschi sono dipinti da Andrea Piazza e Carlo Pagani con interventi di Luigi Vacca e il percorso tematico delle pitture si ispira alla mitologia classica.
Per il pavimento in legno, posto in opera negli anni venti dell’Ottocento e l’arredo ligneo in parte disperso, fu ingaggiata una famosa équipe di scultori in legno con a capo Giuseppe Maria Bonzanigo.
Il Salone d’onore è affrescato interamente a trompe-l’oeil negli anni venti dell’Ottocento dai pittori Luigi Vacca e Fabrizio Sevesi, la complessa decorazione di finte architetture che riproducono pittoricamente il mito di Niobe dona al visitatore l’impressione di trovarsi davanti ad un’opera di scultura. Le pareti sono dipinte a chiaroscuro con finte colonne e statue che rappresentano Niobe e i suoi figli, mentre sulla volta nella parte centrale è affrescato a colori l’olimpo con Latona, Apollo e Diana. La scelta del tema mitologico è stata voluta da Carlo Felice che nel 1817 aveva visto il gruppo scultoreo a Firenze.
Le Sale Cinesi erano gli appartamenti destinati ad ospitare i principi e le principesse in visita a corte, detti “sale cinesi” per le tappezzerie di ispirazione orientale. Nell’Ottocento molte carte dette “cinesi” provenivano da Londra o da Parigi ma si pensa che le carte di queste sale risalgano al Settecento e siano state prodotte in Cina da artisti cinesi, naturalmente dipinte a mano.
I disegni rappresentano scene riguardanti l’artigianato della porcellana, della seta, del riso, del tè e soggetti di flora e fauna tipicamente cinesi.
Sono veramente di impatto scenografico e ho dedicato a queste decorazioni parecchie immagini per documentare la perizia dei pittori.
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