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Chi vive del mare, lascia poche tracce.
Le barche, quando smettono di essere
usate, marciscono lentamente, abbandonate in secca; qualche volta affondano.
Gli attrezzi si usurano e si dimenticano, o finiscono in fondo al mare. Pochi
o nessun documento negli archivi, poche fotografie. E così, cosa resta
di queste barche, degli uomini che le hanno portate, delle donne e dei bambini
che li hanno aspettati?
Allora, un museo serve per dire a noi stessi che tutto ciò non è andato
perduto; che resta in noi la memoria di questi uomini e di queste donne, restano
la dignità e i frutti del loro lavoro, quello duro e faticoso che manda
avanti le famiglie e le città.
All'interno di un nuovo edificio appositamente progettato seguendo le linee
degli antichi arsenali, la Sezione a Terra del Museo della Marineria propone
al visitatore un ampio e suggestivo percorso dedicato alla marineria tradizionale
dell’alto e medio Adriatico.
Il grande padiglione museale ospita al centro un trabaccolo e un bragozzo
- le due imbarcazioni protagoniste dell'epopea della marineria a vela nell'alto
Adriatico - completamente attrezzate con le loro vele "al terzo".
Nella prima parte del percorso, dedicata alla "struttura e costruzione",
si possono toccare con mano i semplici materiali e le tecnologie con i quali
l'uomo ha navigato per millenni. Tra i pezzi esposti, una ruota da cordaio
con la ricostruzione del suo funzionamento, e una bottega ottocentesca di
carpenteria navale acquisita in blocco e riallestita dentro al museo.
La seconda parte è dedicata a "propulsione e governo": qui
sono esposte ancore antiche e moderne, tra cui due relitti risalenti al XVII
secolo. Seguono alcune installazioni didattiche dove si può misurare
la propria abilità con manovre, nodi e paranchi. Ampia parte è dedicata
all'evoluzione dell'attrezzatura velica, mentre una serie di motori raccontano
il passaggio dalle barche tradizionali agli scafi a motore.
Al piano superiore, da due terrazze sporgenti si possono osservare da vicino
i dettagli delle vele e delle alberature. Il percorso espositivo prosegue
attraverso reperti che esemplificano la vita a bordo, la pesca e la sua commercializzazione,
la navigazione, i simboli magico-religiosi (primi fra tutti gli "occhi" di
prua), i pericoli dell'andare per mare.
Il museo fa ampio ricorso a materiali video, tra cui rari filmati d'epoca
e animazioni 3D.
L'Antiquarium Comunale di Cesenatico adiacente al Museo della Marineria.
Al suo
interno sono esposti, con il supporto di una ricca documentazione, reperti
del passato della città, soprattutto risalenti al periodo romano. Non
si conosce con precisione la localizzazione della Cesenatico romana, e d'altra
parte le più recenti ricerche e scavi archeologici testimoniano la presenza
di numerosi insediamenti di ville rustiche in vari luoghi nel territorio; dato
l'avanzamento della linea di costa e le condizioni del litorale di allora,
caratterizzato da dune e ampie zone paludose, è del resto impensabile
che vi fossero insediamenti stabili situati, come oggi, a ridosso della spiaggia.
La Tabula Peutingeriana, una carta quattrocentesca copiata però da una
antica mappa romana, mostra, all'incirca a metà distanza tra Ariminum
(Rimini) e Ravenna, una località denominata Ad Novas, che possiamo considerare
la vera "antenata" di Cesenatico.
Si trattava probabilmente di una
mansio, cioè di un luogo per la sosta dei viaggiatori ed il cambio dei
cavalli, situata come si è detto all'interno rispetto alla attuale linea
di costa; tuttavia gli studiosi ritengono molto probabile anche l'esistenza
di un porto, o meglio di un approdo, utilizzato come rifugio e luogo di attracco
per le numerosissime navi romane che effettuavano trasporti costieri, al servizio
di un entroterra che tutte le fonti antiche descrivono come molto sviluppato
economicamente e con una forte vocazione commerciale.
Oltre ai reperti di una
fornace romana, sono numerose le testimonianze provenienti da scavi effettuati
in vari altri luoghi dell'entroterra: si tratta perlopiù di oggetti
d'uso, che restituiscono una immagine concreta della vita quotidiana degli
antichi abitatori di questa zona, nei suoi vari aspetti e momenti: la casa,
con le tegole, i caratteristici mattoni "manubriati" (cioè con
impugnatura), e timbrati con la sigla del fabbricante; i pavimenti, dalle rustiche
ma eleganti mattonelle dell'opus spicatum, disposte a spiga di grano, agli
inserti in marmo; le sepolture, con la ricostruzione fatta con materiali originali
di una tomba "alla cappuccina".
Completano la raccolta dei reperti
romani dell'Antiquarium una serie di monete dell'epoca ed una ricca documentazione
fotografica e cartografica relativa alle ipotesi sulla rete viaria locale dell'epoca.
L'Antiquarium possiede anche una interessante appendice di epoca moderna: il
cosiddetto "tesoretto", costituito da monete d'argento del sec. XVI-XVII
ritrovate casualmente fra la terra di scavo del Porto Canale.
Clicca sull'immagine per sfogliare l'album delle foto.
Testi estrapolati dal sito ufficiale del Museo della Marineria di Cesenatico dove potete trovare altre interessanti informazioni sulle sezioni di terra e galleggiante.
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