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Qualche anno fa abbiamo avuto un'insolita ondata di maltempo e gelo e per
la prima volta ho visto la galaverna che è un deposito
di ghiaccio in
forma di aghi e scaglie che può prodursi quando la temperatura è inferiore
a 0 °C e
c'è la presenza di una leggera nebbia.
La galaverna è costituita da un rivestimento cristallino, opaco e bianco intorno alle superfici solide; di solito non è molto duro e può essere facilmente scosso via. Essa si forma perché le goccioline d'acqua in sospensione nell'atmosfera possono rimanere liquide anche sotto zero (stato di sopraffusione). Questo stato è instabile e non appena le gocce toccano una superficie solida come il suolo o la vegetazione si trasformano in galaverna: si tratta quindi di solidificazione, ovvero passaggio dallo stato liquido a quello solido. In particolare, la galaverna richiede piccole dimensioni delle gocce di nebbia, temperatura bassa, ventilazione scarsa o nulla, accrescimento lento e dissipazione veloce del calore latente di fusione.
La galaverna si distingue dalla brina perché questa non è coinvolta dal processo di sopraffusione delle gocce d'acqua e si forma per il brinamento del vapore sulle superfici raffreddate a causa della perdita di calore per irraggiamento durante la notte.
Il giorno dell'Epifania la Befana, invece di doni o carbone, ci ha portato una nevicata che si è protratta sino a tutto il giorno dopo, lasciando sul terreno più di 40 cm. di neve.
Nella nostra zona non è un fatto usuale e quando capita ci trova sempre impreparati, alle prese con pale da neve, moonboot e sale per sciogliere il ghiaccio che si forma.
Non potevo perdere l'occasione per documentare questi fenomeni e cliccando sulla foto potrete sfogliare un album con i miei scatti.
Le notizie relative alla galaverna sono tratte da Wikipedia.
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