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Febbraio è da sempre legato alla tradizione del carnevale, in tutta
Italia finisce il martedì grasso,
ma per noi di Milano e provincia (che siamo i più furbi perchè abbiamo
il rito Ambrosiano) finisce il sabato dopo, quindi guadagniamo 4 giorni di
baldoria.
Da queste parti si è sempre usato dividere in questo modo
la settimana grassa: martedì e
giovedì prevalentemente dedicato alle feste pomeridiane dei bambini nelle
varie sale da ballo della zona o nelle scuole e negli oratori; il sabato pomeriggio
sfilate dei carri allestiti da pro loco e associazioni varie. La sera del sabato
grasso è tutta per gli adulti.
Negli ultimi anni ho notato, tuttavia, che i festeggiamenti di carnevale si sono
molto ridefiniti: non vedo più per le strade bambini vestiti a maschera
o comunque se ne vedono molto pochi (sicuramente molto, molto meno di quando
io ero una bambina). A quei tempi il vestito di carnevale veniva cucito in casa
dalla mamma o dalla nonna perchè
non c'erano neppure negozi che li vendevano (parlo per la provincia ma anche
a Milano non li trovavi a tutti gli angoli come ora)
Nel mio caso, il vestito mi veniva confezionato dalla nonna che era una vera
despota: decideva sempre lei cosa farmi mettere! O così o pomì!!
Infatti le sceglieva sempre il vestito da Pierrot perchè era più facile
da fare ( io volevo disperatamente un vestito da fatina che non mi ha mai fatto)
In più lo inventava pure in negativo: cioè invece di bianco con
i pon pon neri, lei lo faceva nero con i pon pon bianchi. Chissà perchè?
Forse da brava nonna pratica pensava che si sarebbe sporcato di meno.
La foto a fianco è quasi uno scoop: è l'unica volta in cui ero vestita con una gonna!
A parte
questa sua prepotenza, il giovedì grasso, cascasse il mondo, mi portava
sempre in una sala da ballo dove c'era appunto la festa per il carnevale dei
bambini.
Lei da brava veneta portava da casa (cosa impensabile da fare oggi)
anche due belle insalatiere piene di
"fritole e ciaciare" (leggi frittelle e chiacchere) che poi venivano
date a tutti quelli che c'erano vicino al nostro tavolo - anche loro del resto
avevano portato da casa le loro e così era uno scambio
reciproco.
Appena si arrivava i bambini stavano tutti tranquillini, un po' vergognosi
ma a mano a mano che la sala si riempiva il volume delle chiacchiere (parole
non frittelle!!) saliva, saliva, saliva fino ad arrivare ad una cacofonia terribile,
corse dappertutto con cadute spettacolari sulla pista che era naturalmente come
una pista di pattinaggio: scivolosa al massimo per ballare meglio! Ma noi non
dovevamo ballare, dovevamo giocare! Meno male che dopo poco il fondo si copriva
di stelle filanti e coriandoli per cui la presa sul pavimento era un po' migliorata.
Alla fine della festa (rigorosamente alle ore 18,30) tutti verso l'uscita trascinando
i piedi per spostare la marea di carta che arrivava ai polpacci.
C'era l'indiano "scalpato" (la sua parrucca chissà dov'era finita)
Zorro con i baffi disegnati col carbone che ormai erano su tutta la faccia meno
che sopra la bocca, la fatina con la gonna strappata perchè ci
avevano camminato su un po' tutti, il pagliaccio aveva perso il naso e aveva
gli occhi rossi per tutto quel cerone bianco che era finito dentro e via di queste
amenità varie.
La sottoscritta si ritrovava inevitabilmente senza il gran collare inamidato
perchè, già dopo un'oretta
di festa, era stato tolto perchè pizzicava il collo, del cappello poi...neanche
pensare di poterlo rintracciare: perso nell'oblio.
Tutti distrutti, sudati, scalmanati
ci avviavamo a casa, a piedi logicamente... quasi nesuno aveva l'auto al massimo
la bici- ma si può andare in bici vestiti da damina?
Però ci eravamo divertiti come matti (anche gli adulti) e camminando
verso casa pensavamo che non era proprio finita perchè sabato, anche
se non saremmo più andati a nessuna festa ci saremmo vestiti ancora!
( dopo le riparazioni all'abito fatte in fretta e furia)
Questo è il ricordo che ho dei miei carnevali da bambina, forse cose semplici
ma per questo più gradite
e simpatiche non come oggi che, oltre a non vedere quasi più gente mascherata,
si trovano per le strade bande di ragazzacci (e ragazzacce) vestiti come clochard
(sono gli abiti che usano normalmente) impiastricciati all'inverosimile di schiuma
da barba, che sparano per aria dei petardi che sembrano i missili tomahawk della
guerra del golfo (noi al massimo usavamo le stelline o quei petardi che sembravano
sassolini e si dovevano buttare a terra con forza per farli scoppiare) I negozi "Santa
Barbara" di oggi
li vendono ancora? Non credo, anche quelli sono andati come tutte le cose dei
tempi passati. Pazienza, ma finchè resterà con noi il ricordo
di quei tempi sarà ancora come se fossimo là, con i nostri 6/7anni
a tirare manciate di coriandoli.
Buon Carnevale a tutti!
Anche Ivrea ha il suo carnevale particolare. |
Il culmine della festa è la battaglia delle arance
che si svolge nelle vie della città.Ci sono i lanciatori a
piedi ai quali rispondono quelli sui carri delle contrade.
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Alla fine della battaglia le strade si presentano così:
attenzione a come mettete i piedi, c'è il rischio di
scivolare e cadere in una poltiglia appiccicosa.
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Cliccando sulla foto aprirai un album con le foto della sfilata 2009 dei carri da lancio di Ivrea.
QUI IL SITO UFFICIALE DEL CARNEVALE DI IVREA DOVE POTETE TROVARE TUTTE LE INFORMAZIONI SU QUESTA MANIFESTAZIONE.
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